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La raccolta in Italia di Pneumatici Fuori Uso da demolizione: il 100% è avviato al recupero, quasi 20 mila tonnellate

PFU comitato pneumatici fuori usoIl Comitato per la gestione degli Pneumatici Fuori Uso (PFU), provenienti dai veicoli fuori Uso, è costituito presso l’Automobile Club d’Italia. La missione e gli obiettivi del Comitato vengono definiti chiaramente nel Decreto n.82 dell’11 aprile 2011:

  • insieme ai produttori e agli importatori degli pneumatici, e le loro forme associate, valuta periodicamente e congiuntamente le attività allo scopo di ottimizzarne efficacia, efficienza ed economicità e per ricercare soluzioni condivise ad eventuali criticità emergenti;

  • individua sulla base della documentazione fornita dai produttori e dagli importatori degli pneumatici, l’entità del contributo per la copertura dei costi di raccolta e gestione degli pneumatici dei veicoli a fine vita e lo comunica all’autorità competente la quale, approva l’ammontare del contributo;

  • riceve dai produttori e gli importatori degli pneumatici, o le loro eventuali forme associate, le stime degli oneri relativi alle componenti di costo, ai fini dell’aggiornamento del contributo per l’anno solare successivo;

  • provvede a fornire ai consumatori, attraverso adeguate forme di pubblicità, informazioni sulle componenti di costo che concorrono alla formazione del contributo e sulle finalità dello stesso;

  • liquida i corrispettivi fatturati al fondo, dai produttori e dagli importatori degli pneumatici o eventuali loro forme associate, ovvero dagli altri soggetti autorizzati e pagati dal fondo per i costi sostenuti per le attività di raccolta e smaltimento.

Il 17 febbraio si è tenuta la presentazione del primo Report sulle attività del Comitato di Gestione degli Pneumatici Fuori Uso (PFU) alla presenza del Ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, e del Presidente dell’ACI-Automobile Club Italia, Angelo Sticchi Damiani. Il documento contiene i traguardi raggiunti in appena due anni di attività del Sistema: con quasi 20.000 tonnellate di PFU gestite, viene servita tutta la penisola in modo capillare, con puntualità e tempestività sulla base delle richieste di oltre 1.300 demolitori. (Leggi il report in formato PDF)

Alcuni dati contenuti nel Report

Sono state 19.453 le tonnellate di PFU raccolte in Italia nel 2014 (+15,9% rispetto all’anno precedente), il 100% degli pneumatici che, successivamente alla demolizione, sono stati destinati al riciclo. Le operazioni di ritiro di PFU, effettuate nei 1.365 autodemolitori dai 29 operatori abilitati, sono state 3.231 (+19%). L’importante crescita riscontrata nel 2014 attesta le sempre maggiori capillarità ed efficienza del servizio garantito dai vari soggetti della filiera su tutto il territorio nazionale.

Analizzando i dati territorialmente, i livelli più elevati di raccolta si raggiungono nelle regioni più popolose e in quelle dove maggiore è la presenza di demolitori: Lombardia (2.575 tonnellate raccolte con un incremento del 15,4%), Campania (2.376 tonnellate, con quasi il 9% in più rispetto al 2013) e Lazio (2.341 con un aumento di ben il 56,5%, la variazione più alta in Italia).

Il Comitato ha scelto di avviare il 100% degli PFU al recupero di materia non prendendo in considerazione opzioni meno sostenibili quali l’utilizzo come combustibile per cementifici o la termovalorizzazione. Questa speciale tipologia di rifiuto, se gestita correttamente, permette un risparmio notevole di CO2.


Il principale componente riciclato dagli PFU è la gomma, pari a circa il 70% in peso. Il 20% è rappresentato da metalli ferrosi, principalmente acciaio e il restante 10% da fibre tessili. Dal punto di vista ambientale, nel 2014 il riciclo di oltre 19.000 tonnellate di PFU ha generato più di 13.000 tonnellate di granulato di gomma, quasi 4.000 tonnellate di metalli e circa 2.000 tonnellate di fibre tessili.

La gomma, dopo una prima frantumazione e la separazione dei diversi materiali, viene avviata a ulteriori triturazioni in impianti di trattamento dedicati. Si ottengono così frammenti di diverse granulometrie, adatti ad essere riutilizzati per diversi impieghi: sottofondi stradali o creazione di pavimentazioni sportive, pannelli fonoassorbenti, arredo urbano e decine di altri usi. Infine il polverino (con diametro molto piccolo) può essere mescolato ad asfalti e cementi migliorandone le proprietà meccaniche.

L’acciaio e gli altri materiali ferrosi, invece, possono essere fusi per la produzione di nuovo acciaio mentre le fibre tessili possono essere riciclate presso maceri specializzati.

Da uno studio della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, inoltre, è stato stimato che, recuperando la gomma, l’acciaio e le fibre tessili contenuti nei PFU, si ottiene una riduzione di gas serra pari a circa 2 kg di CO2 equivalenti per ogni kg di PFU.

Nel momento in cui il consumatore acquista un veicolo nuovo, paga anche il contributo ambientale, una voce aggiuntiva indicata in fattura e soggetta a IVA, determinato ogni anno dal Comitato e relativo ai costi di ritiro, trattamento e avvio a corretto recupero degli PFU. Nel 2014 l’importo, riferito ad esempio a un’automobile, è pari a 3,95 euro per i quattro pneumatici più la ruota di scorta (circa 0,79 euro per pneumatico). .

La raccolta in Italia di Pneumatici Fuori Uso da demolizione: il 100% è avviato al recupero, quasi 20 mila tonnellate ultima modifica: 2015-02-22T11:31:21+01:00 da infogomme admin

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